Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Letteralmente "discesa del fegato", è una Lassità dei legamenti del fegato che provoca uno spostamento dell'organo verso il basso.
Aumento patologico di volume del fegato e della milza. L'epatosplenomegalìa può avere origine dal contemporaneo coinvolgimento dei due organi in malattie sistemiche (come ad esempio leucemie e linfomi), ma più spesso è causata da persistente congestione venosa di origine sistemica (come lo scompenso cardiaco), o da ostruzione intraepatica al drenaggio venoso portale (per esempio, epatopatie acute e croniche) con conseguente ipertensione portale. Le cause più diffuse di epatosplenomegalìa sono i diversi tipi di cirrosi epatica (alcolica, virale, metabolica): in tali condizioni l'ostacolo al drenaggio venoso attraverso il fegato è tale da causare una forte stasi nel sistema portale.
Tumore derivante dalle cellule epiteliali che tappezzano i ventricoli cerebrali (ependima) e dagli astrociti della nevroglia. Considerata la sede, vengono dati in modo precoce i segni dell'ipertensione endocranica. Gli ependimomi maligni sono chiamati ependimoblastomi. Questo tipo di tumore può manifestarsi ad ogni età, ma presenta due picchi caratteristici, uno da zero a 10 anni ed un altro tra i 40 e i 50 anni. Le lesioni intracraniche (in genere presenti nella fossa cranica posteriore) sono più comuni nella prima fascia di età mentre quelle spinali nella seconda.
Si tratta di tumori piuttosto rari, sia tra le neoplasie del sistema nervoso (2,3%), sia tra i gliomi (5,6%).
Vengono distinte in lesioni di basso grado (I e II della scala WHO) e lesioni anaplastiche (III della scala WHO). In particolare il subependimoma e l' ependimoma mixopapillare appartengono al grado I,l' ependimoma al grado II, l' ependimoma anaplastico al grado III. La terapia per gli ependimomi di basso grado nella spina dorsale resecabili è solamente chirurgica. Mentre l'utilità della radioterapia postchirurgica per gli ependimomi intracranici di basso grado rimane dubbia, i tumori anaplastici o quelli di basso grado non completamente escissi vengono normalmente curati proprio con la radioterapia. Studi clinici hanno evidenziato come gli ependimomi rispondano ai regimi chemioterapici, in particolar modo a quelli basati sul platino. Riguardo alla prognosi, gli ependimomi di grado II presentano una sopravvivenza libera da malattia a 6 anni del 66% ed una sopravvivenza globale dell'87%; per gli ependimomi anaplastici invece questi valori scendono rispettivamente al 29% e al 37%. Quando il tumore si trova nel midollo spinale, genera inevitabilmente compressione nervosa. Se l'ependimoma è situato al livello delle vertebre cervicali, i disturbi neurologici possono riguardare tutto il corpo, presentando problemi di sensibilità, formicolio, anchilosi, disturbi motori, sino alla paralisi totale (tetraplegia). Se invece il tumore si trova al livello delle vertebre lombari (è il caso più frequente), i sintomi saranno poi minori, ma non meno dolorosi:debolezza muscolare delle gambe fino alla paralisi (paraplegia), disturbi urinari, disturbi della sensibilità e dolore che si irradia dal bacino fino a piedi. L' Ependimoma Extraspinale (EEP), noto anche come ependimoma extradurale, rappresenta in genere un'insolita forma di teratoma oppure può essere confuso con un teratoma sacrococcigeo. Gli ependimoni possono a volte causare siringomielia e talvolta sono associati con neurofibromatosi di tipo II.
L'unica terapia, difficile, considerata la sede, è chirurgica.
Plica cutanea che talora copre l'angolo interno dell'occhio. Può presentarsi nella prima infanzia ed è considerato anomalo nell'adulto. L'epicanto può essere: mediale, se è posto prevalentemente nella zona vicino al naso; mediano se si trova in posizione centrale; laterale, se posto nella zona più esterna.
Foglietto viscerale del pericardio sieroso. Ha stretti rapporti con la parte esterna del miocardio, tanto che alcuni processi morbosi del pericardio posso essere trasmessi ad esso. Ad esempio, ci sono segni elettrocardiografici di sofferenza miocardica subepicardica in corso di pericardite, e segni ecocardiografici di alterazioni strutturale nella compagine muscolare miocardica. L’infarto del miocardio, soprattutto se sub-epicardico, genera sempre una reazione dell’epicardio, sia precoce che tardiva. Una pericardite con intensa flogosi fibrinosa all’interno della cavità pericardica inibisce inoltre una buona cinesi ventricolare, a causa di aderenze epicardio-miocardiche.
Infiammazione dei tendini dell'avambraccio al loro punto di inserzione sull'epicondilo (estremo distale dell'omero). Viene detta inserzionale perché interessa appunto l’inserzione dei muscoli sull'osso. Questi muscoli, estensori dell’avambraccio, consentono il sollevamento della mano e del polso e il piegamento all’indietro delle dita. A seconda dei muscoli interessati, poi, si parla di epicondilite laterale, mediale o posteriore. È dovuta ad azione meccanica (movimenti eccessivamente ripetuti o effettuati con troppa intensità), è frequente in coloro che giocano intensamente a tennis, per questo spesso anche chiamata “gomito del tennista”. Spesso la radiografia delle parti interessate è negativa; talora si osservano microcalcificazioni. La terapia si basa sul riposo del braccio interessato, sull'applicazione locale di ghiaccio o impacchi freddi, sulla somministrazione di farmaci antinfiammatori, o su infiltrazioni locali con cortisonici. Utile anche la fisioterapia e l'uso di tutori ortopedici. Un trattamento medico e fisioterapico ben condotto è in grado di risolvere nel 90% dei casi la situazione dolorosa. Accanto a terapie fisiche antalgiche, tipo laser, ultrasuoni, ipertermia, un’opzione relativamente recente è la terapia del dolore che riguarda il trattamento con cicli di onde d’urto extra-corporee a bassa energia (ESWT). Nei casi che non traggono beneficio da questi trattamenti si rende necessario l'intervento chirurgico, eseguibile anche in artroscopia, con lo scopo di asportare il tessuto tendineo degenerato, o di sezionare i muscoli coinvolti.
Tuberosità presente sull'estremità distale dell'omero e del femore.
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