Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Tessuto epiteliale formato da cellule piatte poligonali, unite tra loro in una membrana sottile che riveste la superficie interna di canali, cavità e spazi vuoti (cuore, vasi, articolazioni) dove si trovano o scorrono liquidi organici (sangue, linfa ecc.), impedendone la coagulazione. Le cellule che formano l'endotelio sono dette cellule endoteliali e quelle in contatto diretto con il sangue sono chiamate cellule endoteliali vascolari, mentre quelle in contatto diretto con linfa sono conosciute come cellule endoteliali linfatiche.
Le cellule endoteliali vascolari sono situate nell'intero sistema circolatorio, dal cuore al più piccolo dei capillari. Queste cellule hanno funzioni molto diverse e di primaria importanza per la biologia vascolare e il mantenimento dell'omeostasi. Tali funzioni, oltre a quella di dare un tono muscolare al vaso e creare una barriera, comprendono anche la filtrazione dei fluidi, l'emostasi, il reclutamento dei neutrofili e il passaggio di ormoni.In alcuni organi, esistono notevoli differenze nelle cellule endoteliali che sono chiamate a funzioni di filtraggio speciali. Esempi di tali strutture possono trovarsi nei glomeruli renali e nella barriera emato-encefalica.
Tumore che predne origine dalle cellule endoteliali. Si descrivono endoteliomi: 1) intravascolari, che si sviluppano dalla tunica endoteliale dei vasi sanguigni e linfatici (emangioendotelioma e linfangioendotelioma), caratterizzati da proliferazione cellulare rivolta verso il lume del vaso, che si occlude in breve tempo; 2) meningei (vedi meningioma), localizzati a livello del cervello o delle meningi, che si sviluppa a spese dell'aracnoide; 3) ossei; 4) pleurici (vedi mesotelioma); 5) peritoneali; 6) pericardici; 7) delle sierose articolari.
Tossina microbica che costituisce parte integrante della membrana esterna della parete batterica, specialmente dei microrganismi gram-negativi. Presenta una struttura costituita da una porzione lipidica e una polisaccaridica (donde la denominazione di lipopolisaccaride, o LPS). Tra i numerosi effetti patologici per la specie umana i più importanti sono: aumento della temperatura corporea, ipotensione, iperglicemia, aborto, necrosi tumorale, lesioni degenerative a carico di organi parenchimatosi, lesioni a livello dell'endotelio dei capillari sanguigni con emorragie, leucopenia con successiva leucocitosi, alterazioni a carico dei centri nervosi e termoregolatori. L'endotossina può anche essere rilasciata dalla parete cellulare all'esterno, dentro particolari vescichette: in questi casi si parla di endotossina libera o nativa. Per diagnosticare la presenza di endotossina in liquidi biologici (sangue, liquor) o in preparazioni terapeutiche (plasma, solventi di farmaci), si sfrutta la capacità degli amebociti presenti nell'emolinfa di un crostaceo, Limulus polyphemus, di gelificare in presenza di quantità anche minime di endotossina.
Sinonimo di iniezione endovenosa. Iniezione di farmaci direttamente nel circolo sanguigno venoso, quando se ne voglia ottenere subito l'assorbimento, utile nella terapia di urgenza. L'effetto può essere controllato: l'iniezione può essere arrestata immediatamente se compaiono reazioni indesiderate. È possibile iniettare sostanze che, se iniettate per altra via, risultano necrosanti e dolorose. La sede più comunemente sfruttata è la piega tra braccio e avambraccio, dove viene punta la vena mediana e si inietta lentamente la soluzione. Possono essere soministrati anche forti quantità di liquidi: in questo caso si parla piuttosto di fleboclisi. Con l'iniezione endovenosa, tuttavia, possono verificarsi reazioni anafilattiche più drammatiche che non nel caso in cui si adottino altre vie di somministrazione.
Sinonimo di clisma e di clistere. Introduzione nel retto-colon di mezzi di contrasto per lo studio radiologico del grosso intestino. Si parla di clisma opaco quando viene somministrata una sostanza opaca ai raggi X (in genere solfato di bario in soluzione acquosa), con lo scopo di dimostrare in modo grossolano la presenza di lesioni malformative, diverticolari o neoplastiche. Il clisma a doppio mezzo di contrasto è basato sull'introduzione di aria associata al solfato di bario, che consente una valutazione molto più precisa di tutto l'intestino crasso; viene preferito nella diagnosi di colite ulcerosa, malattia di Crohn del colon, colite ischemica, diverticolosi, polipi e tumori del colon-retto.
L'enfisema è una patologia che interessa i polmoni, caratterizzata dalla dilatazione degli spazi aerei a valle dei bronchioli terminali, la distruzione delle loro pareti, l'assenza di evidente fibrosi.
Si possono distinguere 4 tipi di enfisema: centroacinoso, panacinoso, parasettale e irregolare.
La genesi delle due forme principali di enfisema (centroacinoso e panacinoso) non è ancora ben chiara ma l'ipotesi più accreditata sembra essere il meccanismo proteasi-antiproteasi.
In base a questa teoria, la distruzione delle pareti degli alveoli sarebbe il risultato di uno squilibrio a livello polmonare tra il sistema di proteasi (in particolare l'elastasi) e quello delle antiproteasi.
Se vi sono bassi livelli di alfa1-antitripsina e se i neutrofili sono presenti in numero aumentato (in seguito ad infezioni, fumo di sigaretta, inalazione di inquinanti ambientali) il processo di distruzione del
tessuto elastico diventa inarrestabile e si instaura l'enfisema.
Di solito il primo sintomo è la dispnea, che inizia in modo insidioso, ma progressivo. In alcuni pazienti, il disturbo principale è la tosse o il respiro sibilante, interpretati come asma. Frequente è la perdita di
peso, a volte così grave da far pensare alla presenza di una neoplasia maligna nascosta. L'unico indizio sicuro e presente in maniera costante è un rallentamento dell'espirazione forzata.
Il fumo riveste un ruolo fondamentale nell'insorgere dell'enfisema e se il paziente non smette di fumare, la sua speranza di vita dalla comparsa dei sintomi non supera i dieci anni.
Condizione in cui il bulbo oculare è situato in modo anomalo nell'orbita in posizione più profonda di quanto non lo sia in condizioni normali, per cui la distanza tra vertice della cornea e contorno orbitario risulta essere inferiore ai 10 mm. Comporta anche ptosi palpebrale superiore e restringimento della rima palpebrale. Può provocare diplopia. È un sintomo riscontrabile in affezioni diverse (paralisi del simpatico cervicale, gravi stati febbrili).
Le cause dipendono sia da fattori esterni come lesioni violente in seguito ad eventi traumatici ma anche da fattori interni come anomalie in seguito allo sviluppo della persona.
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