Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Versamento e accumulo di sangue all'interno di una cavità articolare. Si manifesta con gonfiore, dolore e riduzione dei movimenti dell'articolazione. Può avere natura traumatica oppure può verificarsi in un'articolazione già sofferente per alterazioni vascolari. La sede più colpita è il ginocchio, poiché più esposto ai traumi. L'emartro è molto comune nei soggetti emofilici, i quali, in seguito a traumi anche lievi, presentano emorragie con notevole frequenza, con una riduzione permanente della motilità articolare, a causa dell'infiammazione prodotta in seguito al versamento di sangue. La cura dell'emartro consiste nello svuotamento della cavità mediante l'aspirazione con siringa e l'immobilizzazione gessata dell'arto interessato.
Raccolta di sangue situato per la donna nel cavo del Douglas, cioè nello spazio retrouterino, in seguito a emorragie dovute a cause varie, mentre per l'uomo è collocato nella tunica vaginale del testicolo.
Accumulo di sangue mestruale all'interno della vagina per impossibilità di deflusso all'esterno. L'ematocolpo può avere natura congenita (imperforazione dell'imene, alterazioni della vagina) o acquisite (lesioni per parto difficile, traumi).
Raccolta di sangue in vagina. Si ha all’epoca delle prime mestruazioni (menarca) in presenza dell’imperforazione dell’imene (ginatresia). I sintomi consistono in dolori talvolta intensi, senso gravitativo locale, assenza dei flussi. Stessa causa dell’ematocolpo ha l’ ematocolpometra, accumulo di sangue in vagina e nell’utero. La raccolta di sangue nella sola cavità uterina è l’ ematometra, le cui cause, oltre che congenite (imperforazione dell’imene), possono essere acquisite (stenosi od obliterazione cicatriziale del collo e dell’ostio uterino). I sintomi, oltre all’assenza dei flussi mestruali, consistono nei dolori, talora molto intensi (coliche uterine) e nell’aumento di volume dell’utero. La treapia è chirurgica.
Valore, espresso in percentuale, della parte di sangue occupata dai globuli rossi. È un indice molto importante nella valutazione di un eventuale stato anemico, poiché in tal caso il valore dell’ematòcrito risulta diminuito.
L'ematologia è una branca della medicina interna che si occupa del sangue e degli organi che formano il sistema emopoietico. L'ematologo studia le cause, la diagnosi, il trattamento, la prognosi e la prevenzione delle malattie del sangue. Lo studio delle malattie del sangue è strettamente legato allo studio di forme cliniche maligne quali leucemie e dei linfomi. Il settore interdisciplinare che si occupa di queste forme cliniche si chiama oncoematologia.Altri settori dell'ematologia riguardano: lo studio delle malattie dei globuli rossi e del metabolismo del ferro (anemie e policitemie); la coagulazione del sangue e i suoi disturbi come l'emofilia e la porpora;i difetti dell'emoglobina (emoglobinopatie);lo studio delle trasfusioni e delle tecniche trasfusionali;
lo studio del midollo osseo e dei trapianti di midollo.
Raccolta di sangue all'interno di un tessuto, con formazione di un coagulo. I fattori che possono causare un ematoma sono molteplici e tra i più frequenti ci sono i traumi. Le malattie emorragiche, soprattutto quelle da alterazione dei fattori della coagulazione, possono caratteristicamente presentare ematomi tra i segni clinici (per esempio, emofilia). In conseguenza della rottura dell'aorta, di solito provocata da malattie preesistenti del vaso, possono formarsi ematomi di grandi dimensioni nel mediastino o retroperitoneali. Tra le altre cause, troviamo la rottura patologica di alcuni vasi già alterati da eventi morbosi (infezione, tumori, aneurismi); disordini della coagulazione ematica (piastrinopenia, emofilia); terapie con anticoagulanti; interventi chirurgici (ematoma delle ferite chirurgiche. L'ematoma può interessare ogni struttura corporea e la sua gravità dipende più dalla grandezza che dalla sede in cui si sviluppa. Un piccolo ematoma della regione sottoungueale, ad esempio, si limiterà a dare una sintomatologia dolorosa. Un ematoma epatico presenteràuna sintomatologia imponente e avrà bisogno di un intervento complesso. Se l'ematoma non si risolve spontaneamente, come nel caso di coinvolgimento di vasi arteriosi o comunque di un certo diametro e quindi poco predisposti ad una emostasi spontanea, allora l'ematoma può mano a mano aumentare di volume. Le conseguenze possono essere la compressione dei tessuti contigui o la loro lacerazione (rottura di un ematoma sottocapsulare splenico o epatico con inondazione della cavità peritoneale).Una complicazione grave è rappresentata dall'infezione ed ascessualizzazione dell'ematoma. Talora nella sua risoluzione l'ematoma si trasforma in una fibrosi dei tessuti che è particolarmente noiosa a livello muscolare o sottocutaneo per la presenza spesso di calcificazioni patologiche nel contesto del tessuto.Per quanto riguarda la terapia, gli ematomi di scarsa entità guariscono spontaneamente, mentre quelli più estesi e profondi possono richiedere il trattamento chirurgico.In alcuni casi basta un semplice svuotamento dell'ematoma (eventualmente sotto guida ecografica) che va effettuato in ambiente e modalità rigorosamente asettiche, soprattutto quando si opera su strutture o organi interni. Nei casi di evoluzione in fibrosi del tessuto colpito dall'ematoma, specie a livello muscolare e sottocutaneo, possono verificarsi delle calcificazioni che causano dolore ed indurimento dei tessuti. In questi casi è necessario un trattamento incruento di terapia con onde d'urto che in poche sedute risolve generalmente il problema.
Detto anche extradurale, è la raccolta di sangue tra la dura madre e la teca cranica, più spesso in sede temporo-parietale, che ha origine da fratture tali da ledere l'arteria meningea media o uno dei suoi rami. Dopo i primi disturbi, come nel caso della commozione cerebrale, fa seguito un breve intervallo libero da sintomi, dopo il quale si presentano i sintomi dell'ipertensione endocranica (periodo di stato), con evoluzione rapida verso il coma, l'ipertermia, l'ipertensione arteriosa e disturbi neurologici che lasciano poi il posto a una caduta della pressione con midriasi, disturbi del respiro e, infine, morte. La TAC e l'arteriografia sono dimostrative. La prognosi varia a seconda della tempestività della terapia chirurgica e dal grado di alterazione del tessuto cerebrale.
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